Segesta fu una delle principali città degli Elimi, un popolo di cultura e tradizione peninsulare, una popolazione di origine italica, giunta in Sicilia dopo aver combattuto una guerra con gli Enotri. Segesta presto raggiunse un ruolo di primo piano nel bacino del Mediterraneo.
Rilevante fu la sua secolare ostilità con Selinunte, la cui battaglia (415 a.C.) coinvolse anche Atene e Cartagine. Nel 408 a.C. grazie all’intervento cartaginese Selinunte fu distrutta. Segesta nei secoli successivi visse il suo periodo di splendore fino al 307 a.C. dove venne conquistata e distrutta da Agatocle di Siracusa “Diceopoli“, il nome che gli imposero i Siracusani ovvero la Città della giustizia.
In seguito, dopo la prima guerra punica passò ai Romani che la liberarono dai cartaginesi ritornandogli il nome originale di Acesta.
In virtù della comune origine leggendaria troiana, la esentarono da tributi, la dotarono di un vasto territorio e le permisero una nuova fase di prosperità.
Si è a lungo ritenuto che Segesta venisse poi in seguito abbandonata dopo le invasioni dei “Vandali”, ma indagini e ricerche rilevarono un esteso villaggio di età musulmana, seguito da un insediamento normanno-svevo, oggi testimoniato da un castello alla sommità del Monte Barbaro.
Già famosa per i suoi due monumenti principali, il Tempio Dorico e il Teatro Antico, Segesta vive ora una nuova stagione di scoperte, dovute a scavi scientifici che mirano a restituire un’immagine complessiva della città. La città occupava la sommità del Monte Barbaro (due acropoli separate da una sella), naturalmente difeso da ripide pareti di roccia sui lati est e sud, mentre il versante meno protetto era munito in età classica di una cinta muraria provvista di porte monumentali, sostituita in seguito (nel corso della prima età imperiale) da una seconda linea di mura ad una quota superiore.
Al di fuori delle cinte murarie, lungo le antiche vie di accesso alla città, si trovano due importanti luoghi sacri: il Tempio di tipo dorico (430-420 a.C.) e il santuario di Contrada Mango (VI-V sec. a.C).